Dallo Smart Manufacturing all’Industria 4.0: la nuova era per il manifatturiero parte dall’Industrial IoT

La grande sfida per lo sviluppo dell’Industria 4.0 passa dall’Industrial IoT e dall’introduzione nelle aziende di figure come Data Scientist in grado di lavorare sulla crescente mole di dati e sullo sviluppo di nuovi paradigmi come la predictive maintentenance e il passaggio da prodotto a servizio

24 Ago 2019
Daniela Petix

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Gia nel 2015 una survey di McKinsey aveva indicato che il 52% dei manager del settore manifatturiero era impreparato ad affrontare la trasformazione digitale e aveva evidenziato che la sfida era nella gestione di quattro grandi fenomeni concomitanti:

  1. Advanced Analitycs,

    1. AHMI, Advanced Human Machine Interfaces
    2. Industrial Internet of Things
    3. e le nuove logiche di passaggio dal mondo fisico a quello digitale

Una nuova interessante survey sempre di McKinsey mette ora in evidenza la grande capacità di sviluppo che arriva dall’Internet of Things e per la precisione dall’Industrial IoT.

Come ben spiegato nel post “Come sfruttare la spinta dell’Enterprise IoT” (leggi qui l’articolo completo) negli anni scorsi è cresciuta la consapevolezza del ruolo dell’IoT nell’accezione di Smart devices e connected products, ovvero di oggetti in grado di comunicare via Internet mantenendo una stretta relazione tra produttore e prodotto. L’attenzione è stata spesso indirizzata alle nuove possibilità e opportunità per i consumatori in particolare nella forma di passaggio da “prodotto a servizio“. Ma le prospettive più grandi sembrano alla portata del mondo Business grazie alla combinazione tra sensoristica e capacità di analisi dei dati provenienti dai “territori” e dalle macchine che permetteranno sempre più alle imprese di intervenire e migliorare i processi di business e sviluppare nuovi prodotti sempre più integrati e integrabili.

L’Internet of Things deve capitalizzare gli investimenti per lo Smart Manufacturing

La survey di McKinsey mette in evidenza che per l’Internet of Things è venuto il momento di capitalizzare gli sviluppi di questi anni. Il 98% dei rispondenti dichiara che nelle loro imprese sono in corso progetti IoT a livello enterprise con focus su nuove road maps, sviluppo di nuovi business models e creazione di nuovi servizi e prodotti. Il 92% degli intervistati ritiene che questi investimenti in Internet of Things produrranno effetti positivi nei prossimi tre anni da una parte grazie al miglioramento delle Operation e dall’altra introducendo IoT capabilities nei nuovi prodotti connessi. Ma il 62% degli interlocutori osserva anche che l’enterprise IoT avrà un forte impatto a livello di trasformazione digitale delle imprese. Una convinzione questa che è confermata anche dal fatto che nel 48% dei casi CEO e top management sono fortemente coinvolti nei progetti di Industrial IoT per l’Industria 4.0.

Per McKinsey l’Industrial IoT porta i suoi benefici soprattutto nell’ambito del manufacturing. Il 40% dei rispondenti osserva che i maggiori benefici per questi investimenti si evidenzieranno soprattutto a livello di operation e a livello di manufacturing. In particolare saranno tre le aree che più di tutte sono accreditate di conseguire i maggiori risultati: diagnosi e prognosi relativa al funzionamento degli apparati, manutenzione predittiva e più in generale monitoraggio di prodotti e apparati. Nel manufacturing tutto questo si traduce in ottimizzazione dei processi produttivi per il miglioramento del rendimento di tutti gli apparati, nella gestione dell’energia, nello sviluppo di nuovi modelli organizzativi, nella gestione degli asset e nella gestione della qualità.

Dalla sensoristica allo Smart Manufacturing

La grande sfida per tutte le imprese è nei dati. Il vero valore dell’IoT è nella capacità di consegnare dati che se trasformati in conoscenza permettono di raggiungere nuovi obiettivi. E questo è il vero punto chiave che segna il passaggio dal manufacturing allo Smart manufacturing e all’Industry 4.0.

I rispondenti alla ricerca di McKinsey sono consapevoli che i dati prodotti dall’Internet of Things sono il vero valore di questi progetti, grazie alla possibilità di conoscere meglio i clienti, come utilizzano i prodotti, che problemi incontrano e dove e come possono nascere nuove esigenze ma sembra essere molto diffusa la consapevolezza che solo il 10% dei dati prodotti è oggi effettivamente utilizzata, ovvero una parte ancora marginale e dunque il vero potenziale dell’Internet of Things deve ancora esprimersi.

Cosa serve perché l’IoT possa effettivamente incidere sulle aziende con tutto il suo potenziale: Dall’IoT arrivano dati che contribuiscono alla creazione e sviluppo del fenomeno BigData e dietro ai BigData cresce la necessità di figure come i Data Scientists in grado di lavorare su questi dati, interpretarli, scovare e definire dei patterns e trasformarli in sostanza in informazioni e in conoscenza.
La ricerca McKinsey non a caso mette in evidenza che per i rispondenti alla ricerca una delle attività più complesse per il mondo del business è proprio legata alla estrazione, raccolta e gestione dei dati e alla successiva analisi. Un tema questo che va associato a quello della integrazione, in particolare perché qualcosa come il 70% delle imprese che hanno partecipato alla ricerca ammette di non avere ancora effettuato una vera integrazione tra le soluzioni IoT e il business workflow e sono costrette a gestire in modo “asincrono” la raccolta e la integrazione dei dati IoT.

La ricerca McKinsey del 2015 sull’Industria 4.0

La ricerca mostra tuttavia un significativo cambiamento rispetto alla situazione di due anni fa. All’epoca, la ricerca McKinsey, condotta su 300 manager del settore manifatturiero, sottolineava che solo il 48 per cento era pronto per l’Industria 4.0Alcune aziende avevano iniziato ad integrare i principali trend, e oltre il 40 per cento degli intervistati prevedeva un intervento sulle macchine attualmente in uso.

Dalla ricerca McKinsey emergeva anche che molti manager non savevano le idee confuse in merito all’Industria 4.0 che di fatto si concentrano su quattro grandi assi di cambiamento:

  1. sviluppo di nuove forme di interazione uomo-macchina come le interfacce touch e i sistemi di realtà aumentata
  2. forte aumento di Big Data grazie all’Internet of Things supportata da un aumento della potenza di calcolo e della connettività
  3. disponibilità di soluzioni di analytics e di business intelligence;
  4. avvento di nuove soluzioni in grado di ridurre la distanza tra mondo fisico e mondo digitale a livello di produzione manifatturiera come la robotica avanzata, le soluzioni di Industrial IoT e le stampanti 3D.

Già nel 2015 la ricerca McKinsey sottolineava che correggendo le attuali inefficienze nella raccolta e trattamento dei dati si potrebbe incrementare la produttività del 25 per cento e proprio per questo McKinsey aveva ideato una specie di “bussola digitale”, con otto ambiti in cui creare valore:

  1. Labor;
  2. Supply/Demand match;
  3. Time to market;
  4. Resource /Process;
  5. Asset utilization;
  6. Time to market;
  7. Inventories;
  8. Quality;
  9. Service/aftersales) e 26 servizi offerti dall’Industria 4.0 come ottimizzazione dell’energia

Industria 4.0 per nuovi modelli di business

Con l’Industry 4.0 si possono individuare nuovi modelli e scegliere quelli più confacenti alla visioe dell’azienda e all’evoluzione dei propri clienti. L’84 per cento dei manager a suo tempo intervistati prevedeva l’ingresso di nuovi competitor a breve. Inoltre l’Industria 4.0 permetterà anche di lanciare servizi pay-by-use e a sottoscrizione, trasformando i macchinari CAPEX a OPEX. Ma le aziende devono preparare questa strada individuando le competenze mancanti e cercando di riorganizzare la loro struttura in base alle nuove esigenze. La crescita di figure come Data Scientist, come specialisti di Intelligenza Artificiale e realtà aumentata, figure di supporto digitale alle operation di fabbrica e nuove competenze nell’ambito della sicurezza appaiono come i principali punti di attenzione per questo sviluppo.

Immagine fornita da Shutterstock

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